La Sicilia costituisce un’ importante testimonianza delle più conosciute produzioni artigianali dell’umanità. In questa terra, la ceramica compare per la prima volta nel VI millennio a.C.. Dalle ceramiche dalle forme più semplici, che ne evidenziavano la pura funzionalità “produzione stentinelliana”, si passa a quelle più finemente decorate, senza impurità, ben cotte in forni a doppia camera ad elevata potenza termica (produzione cosiddetta di Serra d’Alto), i manufatti della Preistoria migliori in assoluto.
I Greci si insediano in Sicilia nell’VIII secolo a.C., portando una ventata di novità e raffinando le tecniche fino ad allora utilizzate in Sicilia. Ed è proprio in questo periodo che nascono le scuole di ceramica in Sicilia, le migliori del Mediterraneo fino a tutto il IX secolo a.C. . Nel secolo successivo sale in auge la ceramica di Lipari, sino all’arrivo dei Romani. Ad influenzare i manufatti siciliani dal I secolo d.C. saranno le produzioni africane che apriranno il passaggio agli Arabi.
Gli Arabi portano in Sicilia la nuova tecnica della ceramica invetriata. A Caltagirone, Palermo, Sciacca, Siracusa, Agrigento, nascono nuovi opifici che rimarranno attivi anche sotto il dominio normanno. Predomina la protomaiolica del tipo “Gela” apprezzata anche dai dominatori successivi: gli Angioini. Dopo i Vespri Siciliani (1282), in epoca chiaramontana, si affermano i motivi araldici. Nel XV secolo, il vero centro artistico di produzione delle maioliche è Sciacca, che nel giro di poco tempo raccoglie le migliori maestranze italiane. Si apprezzano il vasellame smaltato e le mattonelle decorate. Favorita anche Caltagirone che utilizza colori tipici: bianco o giallo e verde su fondo blu intenso. Sono gli stessi colori della scuola veneziana, i cui influssi arrivano in Sicilia nei primi del ‘600
Oggi le maestranze dei centri più attivi (Sciacca, Santo Stefano di Camastra, Caltagirone, Palermo) hanno allievi di gran valore sparsi in tutta l’Isola che portano alto il nome dell’Artigianato Siciliano in tutto il mondo.