Nel 652, gli arabi approdano in Sicilia distruggendo le risorse dell’isola e portando carestia e peste. Ma la fine effettiva della Sicilia bizantina avvenne nell’878 con la capitolazione di Siracusa la quale cedette il passo a Palermo così come il cristianesimo all’islamismo e la lingua greca all’arabo. Gli arabi una volta insediatosi nell’isola trasformarono parecchie chiese in moschee ed imposero agli abitanti di portare dei simboli di distinzione sugli indumenti e di segnare le proprie case oltre all’imposizione di alzarsi in piedi quando dei mussulmani entravano in una stanza, non leggere la Bibbia a poca distanza da essi e non bere del vino in pubblico. Tuttavia gli arabi seppero svegliare la Sicilia dal suo letargo, portarono infatti, innovazioni nel settore dell’agricoltura introducendovi parecchie innovazioni idrauliche, realizzarono un ottimo sistema di irrigazione e misero una tassa sulla terra che rendeva svantaggioso abbandonare i terreni coltivabili. Il grano rimaneva sempre la grande ricchezza della Sicilia, ma alcune ricche colture vennero introdotte nell’isola; quali il gelso, la canna da zucchero, la palma dattifera, il cotone, il pistacchio, il papiro ed il melone. Hanno origine araba anche la maggior parte dei dolci siciliani, per lo più palermitani, lo attesta infatti l’etimologia di alcuni nomi: la “cubaita” derivante dall’arabo “qubbat” e la “cassata ” da “kas’at”. Alcuni sostengono che anche la coltivazione del riso sia stata introdotta dagli arabi nel IX sec. così come il gelsomino bianco usato fin dai tempi più antichi per produrre profumo. Oltre all’agricoltura, si vide prosperare l’industria della pesca, delle stoffe, degli oggetti preziosi ed anche il sottosuolo fu attivamente sfruttato argento, piombo, mercurio, zolfo ed il sale siciliano divenne famoso all’estero. Inoltre rifiorì il commercio e Palermo, capitale araba, divenne una delle più grandi città del mondo superata solo da Baghdad. E’ ovvio che la dominazione araba non fu caratterizzata solo da elementi positivi: infatti la rivalità fra i Mussulmani di Sicilia e quelli del Nord-Africa, provocarono violente guerre civili che insanguinarono l’isola nell’XI secolo. Intanto, l’impero d’occidente aveva iniziato l’offensiva contro il mondo arabo e, nel 1038, un generale bizantino di nome Giorgio Maniace sbarcò a Messina con un esercito rafforzato da mercenari normanni, scandinavi ed italiani. Conquistò Messina, Siracusa e gran parte della Sicilia orientale, dopo tanti brillanti successi poteva sperare di conquistare Palermo, ma gli intrighi di corte e Costantinopoli lo costrinsero a tornare in patria.
Questo fu l’ultimo tentativo di Bisanzio di conquistare l’isola. Gli arabi occuparono l’isola per più di due secoli, ma il loro effettivo contributo alla storia della Sicilia non è del tutto noto, in quanto i cronisti cristiani ignorarono questo periodo a causa dei loro pregiudizi e quindi i documenti degli arabi in Sicilia sono frutto della tarda civiltà arabo-normanna. Inoltre, le tracce della civiltà musulmana sono scarse poichè molti edifici furono rimasero distrutti durante la conquista normanna. Sul piano giuridico gli arabi furono molto indulgenti perchè permisero ai cristiani di conservare le loro leggi purchè pagassero i tributi richiesti. Possiamo aggiungere che dagli arabi il popolo siciliano ha ereditato quello stato di immobilità cosmica che lo rende passivo nei confronti della volontà divina; l’individualismo che non ha mai consentito al nostro popolo di organizzarsi socialmente in modo disciplinato; il concetto di virilità considerata una delle maggiori virtù della razza il senso sacrale dell’ospitalità; il mimico gesticolare; ed infine una certa non curanza per il lavoro. Presso gli arabi ed in particolare presso le antiche tribù beduine era in uso la pratica del protezionismo a pagamento: alcuni storici sostengono che tale fenomeno degenerò in Sicilia dando origine alla mafia. Tale termine deriverebbe dall’arabo “mahyas”, vocabolo che esprimeva particolari doti di coraggio e di intraprendenza. L’influenza della lingua araba si dimostrò molto durevole ed ancor oggi sono in uso centinaia di parole ed espressioni legate alla civiltà islamica.La dominazione araba finì, nel 1060, con l’arrivo di un nuovo popolo invasore, il popolo normanno che in meno di trent’anni avrebbe conquistato l’isola.Riteniamo che la dominazione araba sia stata un periodo proficuo per l’isola, principalmente per il grande contributo offerto allo sviluppo dell’isola commerciale ed industriale, inoltre offre una valida riprova della tolleranza religiosa del popolo arabo il fatto che molti siciliani pur non costretti a professare il culto islamico in piena libertà si convertirono all’islam.Dobbiamo inoltre riconoscere che le affinità che ci accomunano al mondo arabo esercitano un certo fascino culturale, come la mimica gestuale già ricordata e il grande senso di ospitalità. Anche dal punto di vista architettonico, la civiltà araba ha lascito la propria impronta soprattutto nelle costruzioni adibite al culto religioso (testimonianze verificabili nel palermitano). Concludendo, possiamo dire che la dominazione araba è stata una delle più positive che la Sicilia abbia conosciuto.

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