Abitata fin dal Paleolitico da Elimi, Sicani e Siculi. L’isola fu il punto d’incontro delle civiltà Fenice e Greche.
I Fenici vi si stabilirono per primi nella parte occidentale seguiti dai Greci nella parte orientale. Le colonie Greche pervennero ad una notevole prosperità, ma non furono esenti da gravi contrasti sociali.
A Gela e poi a Siracusa emerse il tiranno Gelone che seppe resistere nel 480 a. C. alla battaglia di Imera, all’attacco dei Cartaginesi. Le battaglie continuarono fino alla guerra Punica.
Nel 241 a. C. la Sicilia diveniva la prima colonia Romana, occupata dai Vandali e poi dai Visigoti.
Fu unita all’impero d’oriente da Belisario nel 535 a. C. Nel 827 l’isola fu conquistata dagli Arabi, la dominazione Araba toccò vertici di grande splendore, ma le discordie interne favorirono la conquista dei Normanni.
Nel 1091 il regno di Sicilia fu unito all’impero di Federico II che resiedendo a Palermo, diede vita ha uno stato ben organizzato e centralizzato. Successivamente la corona passò a Manfre e poi a Carlo I D’Angiò, il cui governo fu rovesciato dai Vespri Siciliani nel 1282, in seguito legato al regno di Napoli. Dopo il trattato di Utrecht, nel 1713 la Sicilia passava ai Savoia, e nel 1718 all’Austria.
Nel 1816 si costituì il regno delle due Sicilie e nel 1860 la Sicilia fu unita al regno d’Italia.
Nel 1946 dopo la seconda guerra mondiale fu dichiarata regione a statuto speciale.”Italien ohne Sizilien macht gar-kein Bild in der Seele: hier ist erst der Schlussl zu allem”. W. Goethe. (“L’Italia senza la Sicilia non lascia nessuna immagine nello spirito soltanto qui c’è la chiave di tutto”).Sono passati due secoli dal passaggio di Goethe in Sicilia, ma i momenti critici sul piano storico, economico e politico non hanno offuscato il fascino che l’isola aveva acquisito ed affinato nei suoi ricchi millenni di storia. Approfondire la storia della Sicilia è l’occasione per meglio conoscere, attraverso i secoli dello splendore e della decadenza, la realtà della nostra Trinacria.La Sicilia di oggi è il risultato della sovrapposizione al contempo stridente e affascinante di civiltà diverse.Le dissonanze di stile e di cultura provocate da questo continuo succedersi di popoli dominatori, si fondono pur tuttavia in una perfetta e moderna armonia che ha in se i caratteri della flessibilità e dell’apertura a sempre crescenti innovazioni. L’isola sembra a tutt’oggi, anche dopo le sue vicissitudini, non aver intaccato la capacità di attrarre popoli alla ricerca di un luogo alternativo dove piantare le proprie radici. Stiamo infatti assistendo ad una sempre crescente immigrazione di popoli dalle nazioni vicine attratti ancora una volta da quel misterioso fascino che da sempre la Sicilia esercita. Certo è che l’odierna Sicilia appare molto ben diversa da quella che dovette apparire agli occhi dei primi colonizzatori greci, che nel lontano VII sec. a.C. approdarono sulle sponde orientali di una terra ricca ed invitante, iniziando una storia di sovrapposizioni etniche e culturali.Quella greca fu ufficialmente la prima civiltà a scoprire quel paradiso terrestre che allora doveva essere la Sicilia: secondo le fonti letterarie del tempo, infatti, essa doveva essere un’area ricca di foreste, di sorgenti, e non ancora del tutto esplorata dall’uomo. Ma proprio quando la civiltà greca, stava vivendo il periodo migliore della sua permanenza isolana, la conquista romana venne a stravolgere quel splendore che i Greci avevano saputo costruire. Cosè dopo una dominazione positiva ne succedette, quasi per contratto, una di caratteristiche decisamente opposte, che vide l’isola scendere al ruolo di “fornitrice” di ricchezze agricole e di tesori che le sue città avevano accumulato.Dopo un intermezzo bizantino, per così dire neutrale, che vide in Sicilia la sede della capitale dell’Impero, intorno al 678 gli Arabi cominciarono a perseguire una politica di ricostruzione e innovazioni, riportando la Sicilia ad un nuovo stato di benessere, destinato poi a decadere ancora ed inesorabilmente sotto la dominazione spagnola e quella borbonica dal XVI al XIX secolo. L’affannoso succedersi di dominazioni straniere, intercalato da ampi respiri capaci di ossigenare la nostra isola sotto il profilo artistico e culturale, si concluse con l’annessione al Piemonte e l’unificazione. La storia ha giocato un ruolo spesse volte negativo nel destino della nostra isola, e ancora oggi ritroviamo le profonde radici del passato nei problemi che affliggono la società siciliana. Se è vero che il malgoverno di alcuni dei popoli che dominarono la nostra terra ha malamente usato la “chiave goethiana” per chiudere le porte allo sviluppo, è compito nostro continuare ad operare tutti i mezzi per valorizzare la Sicilia, questa sorta di paradiso terrestre, affinché non si trasformi in paradiso irrimediabilmente perduto.