Chiostro Monastero dei Benedettini

Oggi sede del DiSUM dell’Università degli Studi di Catania, il Monastero è un luogo unico che racconta le vicende umane e storiche della città dell’Etna dall’antichità fino ai giorni nostri.

Il Monastero di San Nicolò l’Arena di Catania, gioiello del tardo barocco siciliano e il complesso benedettino tra i più grandi d’Europa. L’edificio monastico, nasce nel ‘500 e si sviluppa fino ai giorni nostri, è un esempio di integrazione architettonica tra le epoche: contraddistinto da molteplici trasformazioni oggi è patrimonio mondiale dell’Unesco. Sede del DiSUM (dipartimento di Scienze Umanistiche) dell’Università degli Studi di Catania, custodisce al suo interno una domus romana, i chiostri e uno splendido giardino pensile.

Il plesso viene fondato dai monaci cassinesi nel 1558. Sconvolto da calamità naturali, distrutto e ricostruito, il Monastero è esempio di integrazioni tra le epoche storiche. Visitandolo si possono leggere, come in un libro aperto, i cambiamenti subiti a causa della colata lavica del 1669 e del terremoto del 1693, ma anche degli usi civili a cui viene destinato subito dopo l’Unità d’Italia.

A partire dal 1702, sono trascorsi ben 9 anni dall’evento catastrofico, inizia la ricostruzione e il Monastero viene ripopolato da monaci provenienti da altri cenobi.
Ingrandito rispetto alle pianta primigenia: al Chiostro dei Marmi o di Ponente ricostituito e rinnovato da elementi tardobarocchi, si aggiunge il Chiostro di Levante, con il giardino e il Caffeaos in stile eclettico, e la zona nord con gli spazi destinati alla vita diurna e collettiva dei monaci: la biblioteca, le cucine, l’ala del noviziato, i refettori, il coro di notte. Si sfrutta il banco lavico per realizzare i due giardini pensili, l’Orto Botanico – la villa delle meraviglie – e il giardino dei Novizi.
La chiesa di San Nicolò l’Arena, annessa al nuovo plesso monastico, viene pensata come una piccola San Pietro siciliana, ma resta incompiuta nel prospetto principale.
Ingrandito, decorato e rimaneggiato il Monastero diviene uno dei conventi più grandi d’Europa, secondo, tra quelli di ordine benedettino, solo a quello di Mafra in Portogallo.

Il “recupero” del Monastero dei Benedettini di Catania è durato più di trenta anni.
L’intervento ha portato all’introduzione di elementi fortemente contemporanei, che si aggiungono agli “antichi” rievocandone la forza e restituendogli inoltre una nuova identità, un nuovo uso.

De Carlo, uno tra i pensatori più acuti dell’architettura italiana, fu invitato dalla stessa Università di Catania nel 1980, al fine di suggerire quali procedure attuare per il recupero e per il consequenziale adattamento del Monastero a sede universitaria.
All’architetto genovese vanno ricondotti: la realizzazione dell’Auditorium, poi a lui dedicato; le aule didattiche nelle ex scuderie del Monastero; il Giardino di via Biblioteca oltre che il Ponte Manica, aula studio tra i due chiostri, infine, il nuovo arredo, tutto contemporaneo, del Giardino dei Novizi costituito da una fontana sormontata da una Terrazza, una scala elicoidale e una centrale tecnologica coperta da un sistema di superfici riflettenti e corredata da sfiatatoi di forme differenti, incastonata nel banco lavico.

Virtual Tour

Tratto da: www.monasterodeibenedettini.it