La carbonizzazione del legno è stata da sempre un’attività economica trainante nel territorio dei Nebrodi, questo in virtù anche del fatto che in esso si è da sempre custodito un immenso territorio boschivo e ha permesso la nascita di attività legate al bosco stesso fra le quali quella in esame, sicuramente ricca di storia e tradizioni.
Il carbonaio viveva nel bosco in abitazioni da lui stesso costruite ” U PAGGHIARU ” , il tipo di lavoro non gli permetteva di spostarsi in quanto la carbonizzazione del carbone gli imponeva la sorveglianza 24 ore su 24.
Il carbonaio, dopo aver trasportato la legna nei pressi delle ” GINISATE ” iniziava la costruzione del ” FUSSUNI ” predisponendo la legna in modo da costruire una struttura di forma conica. La fase successiva consisteva nel coprire “U FUSSUNI” con terra dopo aver predisposto un’apposito strato di rami per impedire alla stessa di infiltrarsi all’interno della carbonaia.
Quando la costruzione era terminata , si dava fuoco attraverso una piccola fessura situata alla base del “FUSSUNI” chiamata ” PURTEDDA ” iniziava così il processo di cottura. La lenta combustione durava circa una settimana (a secondo della dimensione del “Fussuni” ), man mano la cottura procedeva, questo diminuiva di volume . Una volta terminata la cottura, si procedeva allo spegnimento della carbonaia, con l’occlusione di tutte le sue aperture e successivamente allo smantellamento. Quindi si procedeva all’insaccamento del carbone e al trasporto con i muli e i carretti ai fini commerciali.
Attualmente si adoperano attrezzature più moderne e più confortevoli, ma il processo di lavorazione avviene allo stesso modo, assistiamo però ad un calo dell’attività a causa della concorrenza dei combustibili.